Quel gran genio che inventò il mattone

Alla ricerca del mattone perfetto

di Sara Riva

“Certo che deve essere stato proprio un gran genio quello che ha inventato il mattone!” 

Questa esclamazione arriva inaspettata, mentre guardiamo un documentario sulle capanne del Neolitico, nei primi mesi di una classe quarta. Nell’anno precedente, ci si era immersi nella preistoria e la voglia di conoscere come continuava quella storia era già nelle mani e nelle teste dei nostri ragazzi.

Decidiamo di saperne di più su questo mattone: nascono molte domande, nell’assemblea a classi unite: vengono anche avanzate diverse ipotesi su come realizzarlo e si riflette sui vantaggi a  la costruzione di un edificio in muratura. Avendo infatti costruito diverse capanne, nel periodo precedente, avevamo toccato con mano i limiti di una costruzione in legno; inoltre, con la popolazione aumentata e la necessità di immagazzinare raccolti,  era necessario assicurare stabilità e confortevolezza alla struttura abitativa. Esplorando il grande prato, viene scelta una zona dove il terreno sale un po’ in pendenza e dove sembra più semplice scavare: ci chiediamo che tipo di terreno sia, se sarà adatto…la questione è tutta da approfondire.  Ricercando sui testi monografici che riguardano le antiche civiltà, scopriamo che oltre al tipo di terra da considerare – e che pare essere l’argilla – ci sono di mezzo altri due ingredienti: acqua e paglia. Trovati gli ingredienti, passiamo un lungo pomeriggio nel prato dietro la scuola, mischiandoli alla ricerca della ricetta perfetta, per cucinare il miglior mattone: è una sapiente lotta, nel senso letterale della parola, con l’impasto che gli ingredienti formano…troppo asciutto, troppo liquido.. ma alla fine un paio di bambini trovano la consistenza perfetta. “E’ pronto per fare le formine” – sentenzia uno degli abili artigiani.

Nasce così il problema della forma. Che forma ha un mattone? Ma quanto è grande? Ne vengono disegnati alcuni modelli, nei gruppi, per arrivare poi a sceglierne uno che pare avere le caratteristiche migliori: innanzitutto forma rettangolare, proprio come i mattoncini lego che vengono da subito presi a prototipo del mattone ideale; in secondo luogo dobbiamo deciderne le dimensioni: valutiamo che mezzo foglio di carta da fotocopie possa andare  bene, per dare le misure del mattone che ci serve. Con l’aiuto di un nonno falegname, viene costruita la dima, sul modello scelto. Ora che “abbiamo anche la formina”, il nostro impasto può trovare la sua forma.

Con i nostri mattoni, riusciamo a costruire un muretto basso: non sono sufficienti per una casa! Da un’altra conversazione a classi unite, nasce così l’idea di preparare mattoncini più piccoli coi quali costruire dei modellini in scala: il progetto scelto è quello delle mura di Babilonia e della porta di Ishtar, di cui abbiamo ammirato, grazie ad alcuni video, gli splendidi colori. 

Nelle settimane successive quindi, ci dedichiamo alla costruzione di mattoncini, dopo aver risolto il problema del realizzarli tutti uguali: questa volta si decide di non utilizzare una dima (ne servirebbero troppe!) ma un ingegnoso marchingegno costituito da due assicelle di legno, tra cui pressare l’impasto, livellandolo con le mani, per poi tagliarlo a misura di mattoncini di lego, usando un pezzetto di spago.

In questo modo realizziamo centinaia di mattoncini e, una volta pronto il progetto su carta per la costruzione del modellino di Babilonia, procediamo con la sua realizzazione. Per diverse settimane , le nostre classi si trasformano in botteghe ed ogni momento libero da altre attività è dedicato volentieri dai bambini alla ‘fabbrica dei mattoni’ e, successivamente, alla ‘fabbrica di Babilonia’.

Tutto questo gran lavoro è accompagnato dalla ricerca, in gruppi, di risposte a diverse domande che ci siamo posti all’inizio dell’esperienza: ogni gruppo ha una tematica da approfondire, attraverso la ricca biblioteca di classe, costruita con l’adozione alternativa al libro di testo. I testi prodotti dalla ricerca di ogni gruppo vengono caricati poi sul blog da cui ognuno stampa le pagine per costruire il libro di testo.

Ecco la pagina del nostro blog che per noi rappresenta il testo per lo studio. Un libro, a dire il vero, già studiato, nel suo farsi,ed  i cui capitoli sono arricchiti dalle fonti iconografiche e scritte che sono state ritenute più interessanti, ai fini della condivisione con l’intero gruppo. 

Un libro da ri-raccontarci, pezzo per pezzo, in conversazioni dove le conoscenze ed i concetti, riguardanti i popoli della Mesopotamia, si svelano radicati in una materia viva, fatta di impasti e costruzioni, ma rappresentano anche i preziosi ingredienti dell’imparare ad imparare, facendolo insieme.

Sara Riva e Mariagrazia Bertone, classe quarta, Scuola primaria “Calvino”, ICS  Bosisio Parini – Lecco, anno scolastico 2017-2018

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BIBLIOGRAFIA

Lorna Oakes, “Mesopotamia” dalla collana “Le grandi civiltà del passato”, Ed. White Star 

Ilaria Girani, Danila Rotta,“Vivere in Mesopotamia”, Ed.Gaia Editore 

 “I grandi fiumi del mondo” Ed.White star

Christian Hill, “Sumeri e Babilonesi. Grandi popoli del passato”, Ed. EL

Francesca Minen, Caterina di Paolo, “Le civiltà dei fiumi. Altri sguardi, nuovi racconti”, Ed Settenove

 Claudio Saporetti, “Il primo volo dell’uomo e altre storie della Mesopotamia”, Ed. Tipheret

“Le grandi civiltà del mondo antico” Ed Giunti

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