IL DIRITTO DI LEGGERE IL MONDO

Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo

Gianni Rodari

Il ruolo della scuola è fondamentale nella lotta alla povertà educativa, poiché essa ha il compito di dotare i giovani di quegli strumenti che li renderanno liberi e indipendenti per tutta la vita: un vocabolario adeguato, la capacità di riconoscere e padroneggiare diversi registri linguistici, il senso critico necessario a documentarsi e a formulare un’opinione articolata e la propensione al confronto.

L’insegnante può andare oltre il compito di insegnare le tecniche di decifrazione e di comprensione e arrivare ad appassionare i suoi studenti ai libri e alla lettura: bambini e bambine, ragazzi e ragazze devono avere con i libri un rapporto quotidiano e una relazione coinvolgente, perché sperimentino il piacere di leggere, di soddisfare la propria curiosità e il proprio bisogno di conoscere e di scoprire.

La lettura diventa, così, occasione per emozionarsi, per vivere altre vite ed esplorare altri mondi, per riflettere, per imparare a comprendere e accettare punti di vista diversi dal proprio, per sviluppare le proprie potenzialità e i talenti, per essere cittadini attivi e per mantenere un rapporto di continuità tra il presente e il futuro, affinché saperi e tradizioni possano tramandarsi nel tempo.

Nella scuola pubblica si ha davvero la possibilità di portare a tutti buone letture, a prescindere dalle condizioni economiche e sociali, dalle differenze culturali e linguistiche: l’adozione alternativa al libro di testo è lo strumento, previsto dalla normativa vigente, con cui gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado possono ottemperare a quanto suggerito nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo: “La frequentazione assidua di testi permetterà all’allievo di individuare i modelli che ne sono alla base e di assumerli come riferimento nelle proprie produzioni comunicative”.

Attraverso l’adozione alternativa le esperienze di lettura possono essere rese piacevoli e offerte con entusiasmo e continuità. È importante che, nella scuola e nelle classi, vengano allestiti spazi dove la presenza di libri sia diffusa e incentivata rispettando varietà di gusti, livelli di padronanza, con un’attenzione particolare a favorirne la fruizione anche da parte dei bambini e ragazzi che hanno bisogni speciali e/o altre matrici linguistiche.

Leggere significa poter accedere al mondo delle informazioni, avvicinare e consultare testi monografici che approfondiscono i temi delle diverse aree della conoscenza. Significa poter fare ricerca insieme individuando la domanda, risalendo alle fonti e interrogando le risorse.  Significa dunque utilizzare un metodo di apprendimento democratico che permette a tutti di costruire un percorso condiviso.

La biblioteca come luogo fisico e il libro, metaforicamente, sono spazi di relazione, dove può svolgersi il dialogo, il confronto, la discussione critica e costruttiva tra i pari e tra le generazioni e i ruoli. Ogni insegnante che compie la scelta alternativa al “testo unico” concorre a questo scambio, promuovendo occasioni per la lettura e la ricerca condivisa: Circoli di Lettura, Letture collettive di uno stesso libro, Incontri con Autori, Uscite nel territorio, Identificare e organizzare spazi e risorse ecc. Ogni insegnante concorre ad aprire spazi di ricerca e di costruzione della conoscenza.

Normativa

Premettiamo che ogni periodo scolastico è retto da normative riferite a quel preciso momento storico. Le indicazioni che qui proponiamo sono relative a quello che, data la normativa vigente, è possibile richiamare per fare l’adozione di risorse alternative al libro di testo.

Secondo l’art.2 del D.P.R 417/1974 (libertà di insegnamento), secondo la legge 517/1977 (integrazione di ciascun alunno, ossia attuazione del diritto allo studio e della promozione della piena formazione della personalità degli alunni), secondo il decreto 275/1999 (DPR Autonomia scolastica), secondo il DL 104/2013 e la Legge di conversione 128/2013, art.6 (Misure urgenti in materia di Istruzione Università e Ricerca e in particolare Contenimento del costo dei libri scolastici e dei materiali didattici integrativi),

il Collegio dei docenti può

adottare, con formale delibera, i libri di testo oppure strumenti alternativi, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e con il limite di spesa stabilito per ciascuna classe di corso.

Se con il Decreto 275/99 si è rafforzato il discorso sulla sperimentazione metodologico-didattica, uno dei temi dell’autonomia esplicitamente prevista, questo non significa che chi propone strumenti alternativi debba presentare una ‘sperimentazione’. Se chi adotta una biblioteca alternativa deve presentare al Collegio un progetto, anche chi adotta i testi scolastici dovrebbe motivare l’uso che ne fa.

Se comunque si dovesse trovare una soluzione ad eventuali ostacoli o richieste da parte del Collegio o del/della D.S., una mediazione è quella di inserire nel POFT un breve documento che illustri ambito e funzione della scelta.

Per una visione d’insieme sull’argomento si faccia riferimento alla piccola ma interessante pubblicazione MCE, EQUILIBRI, elaborata dal gruppo di Mestre. La possiamo anche trovare in rete a questo link: https://www.yumpu.com/it/document/view/15085471/e-q-u-i-l-i-b-r-i-mce

Vuoi saperne di più sulla Didattica della Ricerca?
Clicca qui.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *